Tonino Fonzeca
Tonino Fonzeca, perdutamente
innamorato del proprio ambiente e intriso di storia locale, da tempo riporta
sulla tela momenti di vita passata, immagini di un ambiente che per molti è
solo ricordo, personaggi locali caratteristici che rappresentano il bagaglio
antropologico su cui iniziare le esperienze del presente.
Fra i personaggi che la personale ha proposto al pubblico,
oltre al panieraio, al massaio, al muratore (rappresentanti dei mestieri locali
più comuni e maggiormente svolti), quelli del “picciotto locale” (figura
appartenente al bullismo del passato),
del pescatore e della massaia hanno particolarmente impressionato per la
diversa situazione che essi rappresentano dal punto di vista sociale.
Su tutti sembra dominare una figura, a tutti nota, che è
quella di “Ntoniu lu scarparu”, un vecchietto che ha vissuto la propria
esistenza in solitudine e che una mattina dell’inverno del 1957, uno di quelli
freddi e con la neve, fu trovato morto dai bambini che giocavano a palle di
neve.
I volti sono presentati da Fonzeca
sempre con tratti forti e scarniti, quasi a voler evidenziare il duro lavoro
della gente del Sud, in momenti altrettanto duri, ma, anche se appaiono a volte
pesanti, da essi si sprigiona semplicità e bontà: caratteristiche dominanti
della gente meridionale e di Leporano.
La donna con le mani conserte e avvolta dia lembi di uno
scialle bianco che copre l’abito di lavoro, è una rappresentazione che,
trascurando la femminilità, determina, nei colori del nostro ambiente,
saggezza, bontà, maternità e protezione.
Una pittura, quella di Tonino Fonzeca,
che a tratti ricalca la storia locale, a tratti la memoria personale, a tratti
la difficoltà del vivere nel passato. Potremmo ben affermare che Fonzeca, attraverso i volti del Sud, traccia un profilo
paesano, ma pur sempre affascinante, della storia della esistenza dei nostri
antenati e di quanto hanno dovuto lottare per avviare la modernità.